lunedì 3 giugno 2013

Esploratori Sociali: Attività di gruppo sul tema dell'Inclusione Sociale"



LABORATORIO ESPLORATORI SOCIALI


Il gruppo dei partecipanti al Progetto "The Words Found", ovvero i soggetti promotori gli utenti con disagio psichico e i volontari, esplorano il concetto di “Inclusione ed Esclusione” attraverso un Laboratorio dal titolo ESPLORATORI SOCIALI. Per l'occasione il gruppo si è disposto in cerchio, ognuno dei pertecipanti a turno deve sperimentare l'esperienza di stare sia dentro sia fuori dal cerchio. La consegna è quella che il gruppo in cerchio dieve intonare una nota, mentre chi sta fuori deve intonarne una diversa. Viene inoltre chiesto di porre attenzione a cosa accade dentro noi, sia quando siamo contenuti dall’abbraccio protettivo, giocoso e gioioso del gruppo sia quando stiamo fuori da soli a cantare una nota diversa che non è ascoltata e non si sposa con l’armonia di quel  MI cantato all’unisono. 
La forza del gruppo è dirompente e non dà spazio a quell’unico usignolo che tenta timidamente o a squarcia gola di farsi notare, ascoltare, sentire.

Quando ognuno ha sperimentato sulla propria pelle le reciproche emozioni dentro e fuori dal gruppo si è data la consegna di ripensare ai vissuti relativi all'esperienza, poi in silenzio, ascoltandosi, ognuno dei partecipanti ha trasferisce su un foglio le proprie sensazioni nel sentirsi INCLUSO ed ESCLUSO.

Alla fine ogni partecipante al gruppo è stato invitato ad una condivisione di quanto scritto. Ancora una volta disposti a cerchio, rispettando le regole, ognuno ha raccontato o letto ciò che ha scritto, provando a dire anche in quali momenti e contesti si è sentito escluso o incluso in società.


Alcune delle testimonianze:

Giusy: "Mi sono sentita bene, ero contenta quando ero dentro al gruppo, fuori mi girava la testa. A me piace fare amicizia ed essere accettata e poter dire quello che penso. A me piace partecipare al Progetto The Words Found" perchè mi sto sentendo accettata, e mi sta dando la possivbilità di confrontarmi e parlare con altri ragazzi”.

Quando non vengo all'Associazione Porte Aperte Giusi si sente sola. Stare soli ci fà sentire senza confini, senza punti di riferimento la nostra società si dimentica di fornirli. Dalle riflessioni del gruppo emerge che insieme vogliamo combattere l’isolamento, vivere la nostra bella citta’/societa’ sentendoci accettati e facilitati ad essere autonomi (Es. prendendo l’autobus per andare a scuola da soli come fanno gli altri...)


Giovanna:Dentro al cerchio mi sono sentita bene, mi sono sentita protetta incontrando gli sguardi dei miei amici, questo mi ha dato gioia. Quando ero fuori dal cerchio mi sono sentita esclusa e non ascoltata

Si è rilevato che, chi stava dentro al gruppo, quando sentiva intonare la nota diversa, a chi stava  fuori, alzava la voce per coprire il suono della diversità. Ma non dimentichiamo che  il singolo può essere capace di farsi sentire urlando di più.


Davide:Mentre stavo fuori dal gruppo sentivo esclusione e abbandono totale. Dentro invece sentivo un flusso di energia positiva. Mi manca l’affetto, mi manca di essere felice. Al di fuori  mi sento spento. Voglio quella persona speciale che mi capisca!

Si amplia il concetto espresso da Davide,quando si sta fuori dal gruppo ci si sente esclusi, terrorizzati, spenti, INESISTENTI.

Il gruppo sostiene e contiene le nostre paure, i momenti di malessere individuale per evitare che il singolo nei suoi momenti di difficoltà possa andare in frantumi.


Robertina:”Fuori dal gruppo mi sono sentita esclusa, ho capito che essere esclusi ti priva della possibilità di fare nuove esperienze e nuove amicizie. Dentro al cerchio mi sono sentita accettata e cantare la stessa melodia mi ha fatto sentire quanto è bello stare insieme agli altri e socializzare con loro. Ho capito che è brutto non partecipare insieme agli altri, ma soprattutto stare in comunità con loro. Quando ci si sente esclusi non è facile socializzare perché gli altri non ti accettano


Roberto:Io all’interno del cerchio mi sentivo libero, era come se fossi in una grande famiglia, dove nessuno guarda i tuoi difetti e dove neanche osservo i loro. Quando sono stato scelto per uscire fuori dal gruppo ho sentito un senso di desolazione. Poi vorrei dire che per me venire all'Associazione Porte Aperte  è come un banco di prova, perché oltre che partecipare alle attività del Progetto "The Words Found" sto facendo un'esperienza di inserimento socio-lavorativo e quindi ho anche le mie responsabilità. Seppur a volte viene difficile reggerle io cerco sempre di sforzarmi per poter così fortificarmi

Si riflette insieme sull’importanza del lavoro che diveiene un importante mezzo per sentirci inclusi, realizzati, autonomi, responsabili.


Mario: Quando ero dentro al cerchio mi sono sentito al centro dell’attenzione e tutti erano al centro della mia attenzione. Ogni qualvolta cambiava la persona “protagonista” sentivo che anche la mia reazione e quella degli altri era diversa. Quando uno era fuori dal gruppo sentivo quasi una sensazione di fastidio. Quando c’ero io fuori sentivo di cozzare col gruppo e non riuscire a mettermi in sintonia con loro. Oltre a ciò devo però dire che essendo un gruppo in cui in realtà sono perfettamente integrato mancava in me invece una sensazione che in società provo: una forte rabbia, frustrazione, un senso di impotenza. Perciò io credo che l’esclusione porti spesso ad un atteggiamento di fuga dalle regole di un gruppo per ripicca. Nella società spesso fanno finta di prenderti in considerazione e in realtà ti escludono

Emerge dal gruppo il bisogno di crearsi punti di riferimento, quando non si trovano nel proprio contesto sociale. Inoltre emerge quanto disagio crea il non sentirsi compresi, considerati, ascoltati oltre a tutti quei sentimenti che emergono con una carica distruttiva condizionando in maniera determinante la nostra vita togliendo serenità, colore e calore.


Rita: "Dentro al cerchio mi girava la testa, mi sentivo comunque parte del gruppo perché riconoscevo i vostri visi. Quando ero fuori dal gruppo mi sentivo comunque protetta perché avevo Roberta accanto. Mi sembrava normale stare fuori dal gruppo. Il cerchio un po’ mi faceva sentire stretta e non mi permetteva di muovermi. Il mio stare male non mi permette di restare sola a casa, di poter uscire da sola perché nessuno può stare con me sempre. Mi dispiace di non poter andare a scuola da sola come fanno le mie compagne di classe e le altre ragazze. Nonostante ho tante persone che si prendono cura di me non sempre mi sento capita. Mia sorella nonostante sia più piccola viene spesso scambiata per la sorella maggiore .. e questo mi fa arrabbiare. Lei sa fare tante cose come cucinare ed io ancora no.


Angela: "Stare all’interno del cerchio mi ha fatto sentire contenta e in qualche modo protetta, come se ogni persona rappresentasse dei confini tra il mondo esterno, incerto e imprevedibile, e interno, sicuro e conosciuto. Non ho faticato a pronunciare la nota perché era uguale per tutti. Stando fuori invece sono stata costretta ad alzare la voce per contrastare quella degli altri e farmi sentire. Mi sono sentita sola, più fragile e mi sono stancata di più.


Simona: "Durante l’esperienza del gruppo cantare tutti insieme una stessa nota, mentre eravamo molto vicini l’uno con l’altro è stato molto intenso. Ho avuto la sensazione di far parte di qualcosa. Ognuno aveva il suo modo di cantarla, a volte eravamo tutti in sintonia, altre volte no, ma in ogni caso eravamo tutti insieme. Si è creata anche un po’ di confusione. Quando invece sono andata fuori dal gruppo e’ stato anche piacevole. Avevo la possibilità di  girare per la stanza e dire la mia nota. Però  mi rendevo conto che per quanto forte la potevo cantare era difficile che gli altri mi sentissero, e che gli altri erano tutti uniti, mentre io ero lì da sola


Elena: "Fuori dal Cerchio mi sentivo ansiosa. Dentro mi sono sentita un’altra ed ho capito tante cose.


Andrea: "Il gruppo mi ha fatto pensare alle persone che stanno insieme


Angelo:"Dentro al cerchio ho provato condivisione, mi sentivo mimetizzato quando ero al centro. Fuori mi sono sentito escluso e sovrastato dagli altri. La società accoglie tutti solo apparentemente, ma in realtà ci lascia spesso da soli."


Fabiana: "Stare dentro al cerchio e’ stato divertente, mi ha fatto sentire protetta, sicura, ben voluta ed utile al gruppo. Incontrare lo sguardo degli altri  mi ha fatto sentire riconosciuta e accettata, la nota messa in suono insieme mi ha suscitato condivisione , complicità, commozione , ilarità. Stare fuori dal cerchio mi ha fatto sentire sola, senza allegria, emarginata, abbandonata , triste.”
 
Conclusioni
Il gruppo ha partecipato con entusiasmo a tutti i momenti del Laboratorio. Durante l’esperienza di gioco fuori e dentro al gruppo , superata la prima fase d’imbarazzo e disagio tutti hanno iniziato a sciogliersi , sorridere e divertirsi nel proprio ruolo. Ci sono stati sguardi complici, sorrisi spontanei e fragorosi che ci hanno fatto commuovere, si coglieva la fragilità di alcuni degli utenti e contemporaneamente la loro gioia nell’essere contenuti e protetti dentro al cerchio. Una felicità per la sensazione di forza acquisita attraverso il gruppo. Questo momento ha ben espresso gli effetti benefici della condivisione, della gioia, della forza e dell’allegria che può dare il sentirsi parte di un gruppo, l'essere ben integrato e accettato dal proprio contesto sociale. Durante il momento vissuto fuori dal cerchio l’espressione dei ragazzi cambiava completamente, sguardi smarriti, sorrisi spenti e disagio erano più che chiari. Successivamente il  momento di condivisone delle proprie riflessioni ha regalato anche il senso amaro del sentirsi esclusi, emarginati ed isolati. Sono state espresse le proprie difficoltà nel convivere con quel senso di sconforto e rabbia del sentirsi soli in un contesto sociale che dovrebbe facilitare, restituire dignità, offrire autonomia anche attraverso il lavoro oltre che per i servizi resi al cittadino. Si sono anche condivise le difficoltà di stare dentro ad un gruppo rispettando regole e individui,  magari poco affini al nostro modo di concepire relazioni e rapporti. Inoltre si è discusso del ruolo dell’accettazione delle diversità e di quanto queste siano ricchezza dentro e fuori dal gruppo.

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