LABORATORIO ESPLORATORI SOCIALI
Il gruppo dei partecipanti al Progetto "The Words Found", ovvero i soggetti promotori gli utenti con disagio psichico e i volontari, esplorano il concetto di “Inclusione ed
Esclusione” attraverso un Laboratorio dal titolo ESPLORATORI SOCIALI. Per l'occasione il gruppo si è disposto in cerchio, ognuno dei pertecipanti a turno deve sperimentare l'esperienza di stare sia dentro sia
fuori dal cerchio. La consegna è quella che il gruppo in cerchio dieve intonare una nota, mentre chi sta fuori deve intonarne una diversa. Viene inoltre chiesto di porre attenzione a cosa accade dentro noi, sia quando
siamo contenuti dall’abbraccio protettivo, giocoso e gioioso del gruppo sia
quando stiamo fuori da soli a cantare una nota diversa che non è ascoltata e
non si sposa con l’armonia di quel MI cantato all’unisono.
La forza del gruppo è dirompente e non dà spazio a quell’unico usignolo che tenta timidamente o a squarcia gola di farsi notare, ascoltare, sentire.
La forza del gruppo è dirompente e non dà spazio a quell’unico usignolo che tenta timidamente o a squarcia gola di farsi notare, ascoltare, sentire.
Quando
ognuno ha sperimentato sulla propria pelle le reciproche emozioni dentro e
fuori dal gruppo si è data la consegna di ripensare ai vissuti relativi all'esperienza, poi in silenzio, ascoltandosi,
ognuno dei partecipanti ha trasferisce su un foglio le proprie sensazioni nel
sentirsi INCLUSO ed ESCLUSO.
Alla fine ogni partecipante al gruppo è stato invitato ad una condivisione di quanto scritto. Ancora una volta disposti a
cerchio, rispettando le regole, ognuno ha raccontato o letto ciò che ha scritto, provando a dire anche in
quali momenti e contesti si è sentito escluso o incluso in
società.
Alcune delle testimonianze:
Giusy: "Mi sono sentita bene, ero contenta
quando ero dentro al gruppo, fuori mi girava la testa. A me piace fare amicizia
ed essere accettata e poter dire quello che penso. A me piace partecipare al Progetto The Words Found"
perchè mi sto sentendo accettata, e mi sta dando la possivbilità di confrontarmi e parlare con altri ragazzi”.
Quando non
vengo all'Associazione Porte Aperte Giusi si sente sola. Stare soli ci fà sentire senza confini, senza
punti di riferimento la nostra società si dimentica di fornirli. Dalle
riflessioni del gruppo emerge che insieme vogliamo combattere l’isolamento,
vivere la nostra bella citta’/societa’ sentendoci accettati e facilitati ad essere autonomi (Es. prendendo
l’autobus per andare a scuola da soli come fanno gli altri...)
Giovanna: “Dentro al cerchio mi sono sentita
bene, mi sono sentita protetta incontrando gli sguardi dei miei amici, questo mi ha dato
gioia. Quando ero fuori dal cerchio mi sono sentita esclusa e non ascoltata”
Si è
rilevato che, chi stava dentro al gruppo, quando sentiva intonare la nota
diversa, a chi stava fuori, alzava la
voce per coprire il suono della diversità. Ma non dimentichiamo che il singolo può essere capace di farsi
sentire urlando di più.
Davide: “Mentre stavo fuori dal gruppo
sentivo esclusione e abbandono totale. Dentro invece sentivo un flusso di
energia positiva. Mi manca l’affetto, mi manca di essere felice. Al di fuori mi sento spento. Voglio quella persona speciale
che mi capisca!”
Si amplia il
concetto espresso da Davide,quando si sta fuori dal gruppo ci si sente esclusi,
terrorizzati, spenti, INESISTENTI.
Il gruppo
sostiene e contiene le nostre paure, i momenti di malessere individuale per evitare che il
singolo nei suoi momenti di difficoltà possa andare in frantumi.
Robertina:”Fuori dal gruppo mi sono sentita
esclusa, ho capito che essere esclusi ti priva della possibilità di fare nuove
esperienze e nuove amicizie. Dentro al cerchio mi sono sentita accettata e
cantare la stessa melodia mi ha fatto sentire quanto è bello stare insieme
agli altri e socializzare con loro. Ho capito che è brutto non partecipare
insieme agli altri, ma soprattutto stare in comunità con loro. Quando ci si
sente esclusi non è facile socializzare perché gli altri non ti accettano”
Roberto: “Io all’interno del cerchio mi
sentivo libero, era come se fossi in una grande famiglia, dove nessuno guarda i
tuoi difetti e dove neanche osservo i
loro. Quando sono stato scelto per uscire fuori dal gruppo ho sentito un
senso di desolazione. Poi vorrei dire che per me venire all'Associazione Porte Aperte è come un
banco di prova, perché oltre che partecipare alle attività del Progetto "The Words Found" sto facendo un'esperienza di inserimento socio-lavorativo e quindi ho anche le mie responsabilità. Seppur a volte viene difficile
reggerle io cerco sempre di sforzarmi per poter così fortificarmi”
Si riflette
insieme sull’importanza del lavoro che diveiene un importante mezzo per sentirci inclusi, realizzati, autonomi, responsabili.
Mario: “Quando ero dentro al cerchio mi
sono sentito al centro dell’attenzione e tutti erano al centro della mia
attenzione. Ogni qualvolta cambiava la persona “protagonista” sentivo che anche
la mia reazione e quella degli altri era diversa. Quando uno era fuori dal
gruppo sentivo quasi una sensazione di fastidio. Quando c’ero io fuori sentivo
di cozzare col gruppo e non riuscire a mettermi in sintonia con loro. Oltre a
ciò devo però dire che essendo un gruppo in cui in realtà sono perfettamente
integrato mancava in me invece una sensazione che in società provo: una forte
rabbia, frustrazione, un senso di impotenza. Perciò io credo che l’esclusione
porti spesso ad un atteggiamento di fuga dalle regole di un gruppo per ripicca.
Nella società spesso fanno finta di prenderti in considerazione e in realtà ti
escludono”
Emerge dal
gruppo il bisogno di crearsi punti di riferimento, quando non si trovano nel
proprio contesto sociale. Inoltre emerge quanto disagio crea il non sentirsi
compresi, considerati, ascoltati oltre a tutti quei sentimenti che emergono con una carica distruttiva condizionando in maniera determinante la nostra vita togliendo serenità, colore e calore.
Rita: "Dentro al cerchio mi girava la
testa, mi sentivo comunque parte del gruppo perché riconoscevo i vostri visi.
Quando ero fuori dal gruppo mi sentivo comunque protetta perché avevo Roberta
accanto. Mi sembrava normale stare fuori dal gruppo. Il cerchio un po’ mi
faceva sentire stretta e non mi permetteva di muovermi. Il mio stare male non
mi permette di restare sola a casa, di poter uscire da sola perché nessuno può
stare con me sempre. Mi dispiace di non poter andare a scuola da sola come
fanno le mie compagne di classe e le altre ragazze. Nonostante ho tante persone
che si prendono cura di me non sempre mi sento capita. Mia sorella nonostante
sia più piccola viene spesso scambiata per la sorella maggiore .. e questo mi
fa arrabbiare. Lei sa fare tante cose come cucinare ed io ancora no.”
Angela: "Stare all’interno del cerchio mi ha
fatto sentire contenta e in qualche modo protetta, come se ogni persona
rappresentasse dei confini tra il mondo esterno, incerto e imprevedibile, e
interno, sicuro e conosciuto. Non ho faticato a pronunciare la nota perché era
uguale per tutti. Stando fuori invece sono stata costretta ad alzare la voce
per contrastare quella degli altri e farmi sentire. Mi sono sentita sola, più
fragile e mi sono stancata di più.”
Simona: "Durante l’esperienza del gruppo
cantare tutti insieme una stessa nota, mentre eravamo molto vicini l’uno con
l’altro è stato molto intenso. Ho avuto la sensazione di far parte di qualcosa.
Ognuno aveva il suo modo di cantarla, a volte eravamo tutti in sintonia, altre
volte no, ma in ogni caso eravamo tutti insieme. Si è creata anche un po’ di
confusione. Quando invece sono andata fuori dal gruppo e’ stato anche
piacevole. Avevo la possibilità di
girare per la stanza e dire la mia nota. Però mi rendevo conto che per quanto forte la
potevo cantare era difficile che gli altri mi sentissero, e che gli altri erano
tutti uniti, mentre io ero lì da sola”
Elena: "Fuori dal Cerchio mi sentivo
ansiosa. Dentro mi sono sentita un’altra ed ho capito tante cose.”
Andrea: "Il gruppo mi ha fatto pensare alle
persone che stanno insieme”
Angelo:"Dentro al cerchio ho provato condivisione,
mi sentivo mimetizzato quando ero al centro. Fuori mi sono sentito escluso e
sovrastato dagli altri. La società accoglie tutti solo apparentemente, ma in
realtà ci lascia spesso da soli."
Fabiana: "Stare dentro al cerchio e’ stato
divertente, mi ha fatto sentire protetta, sicura, ben voluta ed utile al
gruppo. Incontrare lo sguardo degli altri
mi ha fatto sentire riconosciuta e accettata, la nota messa in suono
insieme mi ha suscitato condivisione , complicità, commozione , ilarità. Stare
fuori dal cerchio mi ha fatto sentire sola, senza allegria, emarginata,
abbandonata , triste.”
Conclusioni
Il gruppo ha partecipato con entusiasmo a tutti i
momenti del Laboratorio. Durante l’esperienza di gioco fuori e dentro al
gruppo , superata la prima fase d’imbarazzo e disagio tutti hanno iniziato a
sciogliersi , sorridere e divertirsi nel proprio ruolo. Ci sono stati sguardi
complici, sorrisi spontanei e fragorosi che ci hanno fatto commuovere, si coglieva la
fragilità di alcuni degli utenti e contemporaneamente la loro gioia nell’essere contenuti e
protetti dentro al cerchio. Una felicità per la sensazione di forza acquisita attraverso il gruppo. Questo momento ha ben
espresso gli effetti benefici della condivisione, della gioia, della forza e
dell’allegria che può dare il sentirsi parte di un gruppo, l'essere ben integrato e
accettato dal proprio contesto sociale. Durante il momento vissuto fuori dal
cerchio l’espressione dei ragazzi cambiava completamente, sguardi smarriti,
sorrisi spenti e disagio erano più che chiari. Successivamente il momento di condivisone delle proprie
riflessioni ha regalato anche il senso amaro del sentirsi esclusi, emarginati
ed isolati. Sono state espresse le proprie difficoltà nel convivere con quel
senso di sconforto e rabbia del sentirsi soli in un contesto sociale che
dovrebbe facilitare, restituire dignità, offrire autonomia anche attraverso il
lavoro oltre che per i servizi resi al cittadino. Si sono anche condivise le
difficoltà di stare dentro ad un gruppo rispettando regole e individui, magari poco affini al nostro modo di concepire
relazioni e rapporti. Inoltre si è discusso del ruolo dell’accettazione delle
diversità e di quanto queste siano ricchezza dentro e fuori dal gruppo.
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